giovedì 22 novembre 2012

La pazzia è meglio della realtà

È passata una settimana, una settimana e sono scesa di 3 chili.
Mi sento soddisfatta, mi sento forte il controllo si sta riappropriando di me.
Uno di questi giorni ero andata a prendere mio padre in aereoporto con mia mamma, l'aereo era in ritardo e l'orario di cena era passato, sapendo che i miei non avrebbero ceduto sulla cena e che una volta arrivato mio padre, non importa a che ora sarebbero andati in un ristorante e mi avrebbero vista mangiare ho detto a mia madre che avevo fame, così siamo andata in cerca di cibo. Ho superato tanti stand, dove facevano panini, pizzette, ho superato il mc donald's, ho attraversato tutta quella ... di profumi che cercavano di attirarmi verso di se fino ad arrivare al supermercato e a comprare un'insalata. Mi sono sentita potente come non mai, avevo resistito.
Mia madre sa che sono a dieta, le ho detto che la mia dieta consiste nel mangiare poche calorie a cena, praticamente solo verdure e tanto a pranzo, ma lei non sa che quel tanto a pranzo normalmente si riferisce a tanta aria.
Ho ricominciato anche a fare sport, cerco di andare quando posso, la scorsa settimana ero riuscita a fare più di 4 ore questa settimana ne ho già fatte 4 e spero di migliorarmi.
Ora noto che la vita di tutti gli altri gira intorno al cibo "vediamoci per cena", "prendiamoci una cioccolata calda", ma la mia non più, ho il controllo su me stessa, ho tutto nelle mie mani.

Questa settimana però ho anche avuto una crisi, i miei genitori se ne sono accorti e non so perché in loro presenza ho iniziato a piangere ancora di più ed ho avuto un attacco di panico. Per quanto mi abbia dato fastidio mio padre a volte diceva cose che mi sorprendevano, che non mi aspettavo da lui, solo che è tutto così nebbioso. È successo da poco eppure anche il momento subito dopo la discussione non ricordavo bene di che cosa si era parlato, come se il mio cervello lo avesse cancellato.
Quello che ricordo è che ho capito di avere le idee confuse, non so cosa fare della mia vita, so che non vorrei più essere qui, vorrei solo non esistere più in qualche modo, ma non lo faccio.
So che se proprio dovessi vivere vorrei vivere con il suo fantasma, ma mio padre ha ragione per fare ciò dovrei riuscire a finire l'università e a mantenermi da sola.
Come fare? Sono combatutta, non ho più motivazione in niente e mi lascio vivere, ma prima o poi dovrò prendere una decisione, andare avanti con le mie gambe o smettere del tutto di camminare.
Tutti vorrebbero che io scegliessi la prima, non importa quanto triste sarei, non importa quanto pazza sarei, esisterei ancora ed è lì che gli occhi degli altri si fermerebbero, non andrebbero oltre, non vedrebbero mai quello che ho dentro, ed è bene così, devono credere che io sia come loro, devono credere che io sia normale.
Quando mi incontreranno a cena fuori, vedrebbero che ceno da sola, non saprebbero che ceno con lui.
Quanto tornerei a casa, mi vedrebbero tornare a casa, non saprebbero che io sto tornando nella nostra casa, piena di cose sue che io continuerei a comprare e che dormirei nel nostro letto matrimoniale con due comodini, uno per me e uno per lui, nella nostra stanza con il suo armadio pieno di nuovi vestiti che gli avrei appena comprato.
È questo che intendevo prima quando ho scritto di vivere con il suo fantasma, il fantasma del mio ragazzo che è andato via, lontano dove io non riesco ancora ad andare ( non constringetemi a dire l'altra parola, chi vuole capire capisca ), è la prima volta che ve lo confesso in questo blog, avevo paura...
E forse vivere così è pazzia, anzi sicuramente lo è, ma è meglio della realtà.

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